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Da Berlino alla 10 a Pogba: la confusione del popolo bianconero

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La tifoseria della Juve, si sa, è fra le più esigenti del nostro calcio, e d’altronde non potrebbe essere altrimenti, ma spesso e volentieri si rischia di esagerare, in un senso o nell’altro. Quello che sta succedendo in questi mesi fra i sostenitori bianconeri, però, è un fenomeno tutto da studiare: gli incubi post-Calciopoli ed i disastri posti in essere dalla premiata ditta Cobolli-Blanc-Secco sono ancora ferite aperte per chi comunque negli ultimi 4 anni ha vinto 4 scudetti, 1 Coppa Italia, 2 Supercoppe italiane, arrivandosi a giocare nel giugno scorso in quel di Berlino la finale di Champions League contro gli extra-terrestri del Barcellona.

Queste ferite aperte finiscono irrimediabilmente per far ripartire immediate critiche nei confronti degli uomini di mercato della Vecchia Signora, nonostante non ci sia più alcun legame con la precedente gestione. Forse è troppo l’affetto per Luciano Moggi, forse è troppa la voglia di ritornare ad essere stabilmente protagonisti in Europa, ma basta fare un giro nei bar bianconeri, nei club, o anche solo sui social network, per rendersi conto del malcontento generale che si sta instaurando fra il popolo gobbo. Perdere in un colpo solo Vidal, Pirlo e Tevez non è sicuramente facile per nessuno, difficile anche non preoccuparsi per i tanti infortuni in questa prima fase della stagione, c’è chi si attacca anche alla maledizione del secondo anno di Allegri, ed allora ogni occasione è buona per andare contro a Marotta che “non sa fare mercato”, a Paratici che “è buono solo per trattare i ragazzini, e neanche visto che la Roma ha preso Gerson (giocatore di 18 anni con 15 presenze, 0 gol e 3 ammonizioni nel campionato brasiliano, acquistato alla modica cifra di 16+9 milioni di euro, n.d.r.), ad Agnelli che “non vuole tirare fuori i soldi mentre la Fiat chiude affari miliardari in giro per il mondo”. C’è chi addirittura nei giorni scorsi ha avuto il coraggio, parlando seriamente, di rimpiangere la cessione di Bendtner, l’eroe del Wolfsburg che ha strappato la Supercoppa tedesca al Bayern Monaco: si, avete capito bene!

A questo malcontento generale si uniscono i colpi in entrata che continuano a non convincere: Dybala è una scommessa, Mandzukic non è un attaccante da big europea, Khedira si sapeva già che fosse rotto, Rugani troppo acerbo, e manca ancora il trequartista tanto richiesto dal mister. Già, il trequartista, o meglio il n.10: ecco il colpo ad effetto della Juventus, fra l’altro anticipato in un certo senso dal diretto interessato alcuni giorni fa. La gloriosa maglia bianconera che ha fatto la storia della Vecchia Signora grazie alle gesta di Boniperti, Platini, Baggio, Del Piero, Tevez e scusate se si sta dimenticando qualcuno, andrà sulle spalle di Paul Pogba. Tutti contenti? Tutti festosi? Ma neanche per sogno!

Pogba non ha le caratteristiche per giocare trequartista, fra un anno andrà via, si vogliono mascherare gli evidenti problemi di rosa, il centrocampo è corto, non c’è qualità, e non si può trattare così quella maglia!

E se poi, per qualche strana combinazione, Pogba giocasse da trequartista e riuscisse a fare i numeri di cui è capace anche in quella posizione? E se nel frattempo la dirigenza bianconera sistemasse la rosa seguendo le indicazioni dell’allenatore o comunque permettendo alla squadra di continuare a fare quanto di buono fatto negli ultimi anni? E se poi a maggio la Juventus riuscisse a scrivere la storia firmando il pokerissimo tricolore? E se poi Paul Pogba decidesse di restare alla Juventus anche dopo la fine della stagione che sta per cominciare? Tutti “se” che vanno contro la logica di certe critiche, dunque dall’impossibile realizzazione, giusto?

Beh, se poi succedesse tutto ciò, non succederebbe nulla di particolare: sul carro dei vincitori, soprattutto quando la bandiera è quella bianconera, c’è spazio per tutti, ma nel frattempo un bel filtraggio alla libera comunicazione qualcuno potrebbe cominciare a pensare di farlo, magari senza poi realizzarlo, solo per farsi quattro risate in compagnia dei soliti amici del bar dello sport.


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